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“SE LO STATO NON PAGA NON COMMETTE REATO”

padoan_polettiALFANO, PADOAN E POLETTI DENUNCIATI DALLE COMUNITÀ PER MINORI PRIVATE DEI FONDI. IL PM ARCHIVIA: “FINANZE PUBBLICHE DETERIORATE”.

All’inizio del luglio scorso, la Procura di Roma ha indagato tre esponenti del governo Renzi per poi disporre la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri con contestuale richiesta di archiviazione. I tre sono: Angelino Alfano,titolare dell’Interno; Pietro Carlo Padoan, ministro dell’Economia; Giuliano Po-letti, alla guida del Lavoro e delle Politiche sociali. Il provvedimento del pubblico ministero Roberto Felici, vistato dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, aveva come “oggetto presunte condotte omissive poste in essere, nelle rispettive qualità e nell’ambito delle funzioni ricoperte, da tre ministri della Repubblica (e, in concorso con gli stessi, da sedici sindaci di altrettanti Comuni) in relazione al mancato pagamento, in favore di varie cooperative sociali, delle rette dovute per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati”.   L’inchiesta tenuta coperta per mesi è un aspetto dell’epocale tragedia dei migranti provenienti dall’Africa. La maggior parte dei centri interessati si trova infatti in Sicilia. La denuncia risale al giugno scorso ed è stata presentata, per conto di venti cooperative sociali, dall’avvocato salentino Francesca Conte. Le strutture lamentano di essere state obbligate dallo Stato ad accogliere 700 minori migranti per poi essere lasciate al proprio destino, senza un euro. In ballo ci sono almeno 10 milioni di euro, considerato che da tre anni non è stato pagato nulla.
AL DI LÀ DEI NOMI coinvolti nell’inchiesta della procura di Roma, e culminata con la richiesta di archiviazione, la vera notizia è nelle motivazioni scritte da Felici e Pignatone. Scrivono
i due magistrati: “La notizia di reato è infondata, in quanto il pagamento alle cooperative sociali delle rette dovute per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati (la cui persistente omissione costituisce un problema reale per la stessa sopravvivenza del servizio) non costituisce tuttavia un atto che deve compiuto senza ritardo per le ragioni di cui all’articolo 328 del codice penale”. L’articolo che prevede, cioè, il rifiuto di atti d’ufficio. In ogni caso, la procura riconosce come “problema reale” il mancato pagamento delle rette e arriva a tracciare un quadro feroce e reale allo stesso tempo dell’insolvenza dello Stato. Ecco la parte finale delle ragioni che portano alla richiesta di archiviazione: “Peraltro nel caso di specie il mancato adempimento non può essere considerato come un intenzionale e debito rifiuto di corrispondere quanto dovuto, essendo notorio il fatto che il progressivo deterioramento delle condizioni della finanza pubblica ha determinato negli ultimi anni una protratta e generalizzata condizione di insolvenza a carico di tutti gli enti erogatori di spesa, e tale criticità non può essere ascritta alla condotta attiva od omissiva di alcuno”.   INSOMMA, IL PROCURATORE capo di Roma, Pignatone, e il suo pm Felici attestano che i ministri sono innocenti anche se lo Stato è insolvente. Non solo. La denuncia-querela dello studio Conte accusava i tre ministri anche della violazione degli obblighi di assistenza familiare e di abbandono di minori.
Le 18 cooperative che beffate dall’innocenza dello Stato sono: Giada onlus di Colle Sannita, Benevento; Pro Vitae onlus di Benevento; Polo Oasi di San Giorgio del Sannio, sempre Benevento; Casa del Sole di Sant’Agata de’ Goti; Alba onlus di Casagiove, provincia di Caserta; Coop sociale sanitaria Delfino di Raffadali, Agrigento; L’Edera di Canicattì, Agrigento; Il Sipario di Gravina di Puglia, Bari; Coop socio-sanitaria 2C di Canicattì, Agrigento; Raggio di Sole di Camastra, Agrigento; San Giuseppe di Ramacca, Catania; Karol di Licata, Agrigento; Sole di Palma di Montechiaro, Agrigento; Jiuvenilia di Campobello di Licata, Agrigento; San Marco di Palma di Montechiaro, Agrigento; Il Gattopardo di Palma di Montechiaro; San Francesco di Santa Elisabetta, Agrigento; Puck di Mancaversa di Taviano, Lecce.

di Fabrizio D’Esposito
Il Fatto Quotidiano 23.10.2014

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