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Lo spread è vivo e combatte con noi

spreadrealeArticolo: Lo spread è raddoppiato #doppiospread

La fanfara di regime sugli strabilianti risultati economici dei Renzie non si ferma neppure di fronte all’evidenza e al ridicolo. Oggi è il turno dello spread sceso sotto i 100 punti. Sembra un dato vero, ma è invece una balla ciclopica. Lo spread è la differenza tra i rendimenti offerti dai nostri titoli di stato e quelli tedeschi, i bund, ma per calcolarlo in modo corretto va inserita anche la differenza dell’inflazione nei due Paesi, che in questi anni, dalla cacciata di Berlusconi nel 2011, si è modificata più volte. Infatti l’Italia è ora in deflazione, mentre nel 2011 era al 3,6%, Bisogna quindi parlare di spread nominale (quello strombazzato dai media di regime) e di spread reale.
Nell’immagine di questo post sono riportati i dati Eurostat sia sullo spread reale che su quello nominale nei confronti della Germania dal 2012. La serie storica è su base mensile.
Si vede che mentre lo spread nominale da giugno 2012 a gennaio 2015 è sceso di 261bps (da 4.2% a 1.59%), quello reale (al netto dell’inflazione) è rimasto quasi invariato da 1.78% a giugno 2012 a 1.12% a gennaio 2015.
Ben il 75% della riduzione dello spread nominale è dovuto all’inflazione non certo alle politiche economiche di Renzie!
Lo si può capire meglio dalla serie storica sull’inflazione. Sia in Italia che in Germania siamo oggi a circa -0.5%, ma a giugno 2012, l’Italia era a 3.6% di inflazione contro la Germania a 2%. la maggiore contrazione deflazionistica registrata in Italia si è poi trasferita anche sulla riduzione dello spread nominale. In conclusione la tanto sbandierata discesa sotto quota 100 è la solita balla governativa complici i giornali “Lo spread fa cento. Anzi, meno. L’allentarsi delle tensioni sul futuro della Grecia con la Germania che approva a larga maggioranza il piano di estensione degli aiuti, agevola il cammino dell’Italia e prolunga la luna di miele con i grandi investitori.registrata in Italia si e’ poi trasferita anche sulla riduzione dello spread nominale.”

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