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Scuola-La beffa del “concorso Profumo” Il posto anche a chi non lo cerca più

Scuola1Toscana e Lazio senza graduatorie: valgono quelle di 14 anni fa.

All’alba del nuovo anno scolastico la scuola italiana assumerà ben 11.268 docenti più 672 dirigenti (presidi, per intenderci). Sarebbe una buona notizia quella diffusa da palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri, se non che la salomonica decisione di inquadrare nei ranghi dell’Istruzione un così congruo esercito, cozza con i meccanismi astrusi del più pachidermico ministero d’Italia. Insomma, le assunzioni forse non si potranno fare, o se si faranno non saranno esattamente delle piene immissioni in ruolo, oppure – ancora – se si faranno e saranno delle vere assunzioni potrebbero generare una quantità di ricorsi e di opposizioni da ingolfare Tar e uffici scolastici regionali.

Ma per spiegare l’inghippo dobbiamo fare un passo indietro. La legge dice che le assunzioni nella scuola devono avvenire per il 50% attingendo ai vincitori di concorso e per il 50% alle graduatorie dei precari. Mentre per questi ultimi non c’è problema, dato che sono tanti (oltre 150 mila), la questione si pone per i gli altri . L’ultimo concorso bandito dalle patrie scuole risale allo scorso anno, auspice l’allora ministro (e professore) Francesco Profumo, il quale si proponeva di inserire linfa nuova nell’invecchiato corpo docente italiano. Se non che i concorsi si debbono poi fare su base regionale e per «classe di concorso»( cioè per gruppi di materie – diciamola così, per semplificare – cioè italiano e latino, matematica e fisica eccetera). E che cosa è accaduto?

Che alcune Regioni, specialmente il Lazio e la Toscana non hanno concluso tutte le procedure previste dalla normativa. Tuttavia il ministero dell’Istruzione assicura che entro la fine di agosto il 75% dei concorsi andrà a regime. E, comunque, qualora emergessero delle anomalie o ritardi, la legge stabilisce che bisogna ricorrere alle graduatorie dell’ultimo concorso bandito che, nel caso della scuola, risale a 14 anni fa. Il problema è che i vincitori di allora nel frattempo hanno scelto un altro lavoro se non sono addirittura morti. E comunque, se non fossero più disponibili ad entrare nella scuola dopo così tanta attesa, si dovrebbe ricorrere alle graduatorie delle supplenze.

Il problema, però, non è meramente burocratico, perché chi ha fatto il concorso di Profumo e non l’ha concluso per colpa della burocrazia regionale, ha tutto il diritto di sentirsi discriminato rispetto a chi ha fatto il medesimo concorso in una regione più sollecita. E farà – immancabilmente – ricorso.

I sindacati hanno proposto una via di uscita di questo genere: facciamo subito il punto sui vari concorsi regionali e se si capisce che manca poco, troviamo una soluzione ponte. Per ora questa è solo un’ipotesi, sulla quale – però – grava la spada di Damocle del calendario: le nomine nelle scuole debbono essere fatte immancabilmente entro il 31 agosto. Sarà possibile? Alla luce dell’esperienza diremmo di sì: la scuola è una macchina assai complessa, ma è anche il primo comparto pubblico ad essersi informatizzato e, in questo, è una vera macchina da guerra.

 

di Raffaello Masci
La Stampa 24.04.2013

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