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Acque sempre agitate tra i democratici di Caposele

Non si placano gli animi all’interno del Pd di Caposele. La spaccatura sulla decisione di andare a colloquio con il Circolo Arcobaleno per la formazione di una lista civica ha portato alle dimissioni del neo eletto segretario  Giuseppe Rosania. Un accordo votato in prima battuta anche dal segretario, con astenuto soltanto il vice sindaco attuale Donato Cifrodelli. Proprio la decisione di Cifrodelli ha tenuto viva la voce di una ulteriore lista, oltre a quella  che potrebbe venire dall’accordo storico tra Arcobaleno e Pd ed oltre a quella del centro-destra di Luigi Casale.
Rosania ci tiene a ribadire che il suo partito non ha votato nelle ultime due sedute per un accordo con il Circolo Arcobaleno e ritorna sul sistema  democratico adottato: “Non è stata intrapresa alcuna votazione sia nel direttivo di sabato scorso, sia in quello di lunedì, per non lacerare ulteriormente il partito. Per quanto mi riguarda, ognuno può liberamente aderire a qualsivoglia compagine  elettorale, ma senza riportare il simbolo del Pd. Non capisco come non si possano rispettare le posizioni altrui, pur mantenendo e portando avanti le proprie tesi. La pratica della democrazia è questa e non va ribadita a colpi di direttivo”. Nel verbale del direttivo del 14 aprile si legge: “Dopo ampia e sentita discussione si è rimarcata, a distanza di oltre due settimane dall’ultima delegazione, l’assenza di una risposta del Circolo Arcobaleno in merito all’accordo, che potesse restituire dignità al partito che in termini numerici si traducesse in una coalizione con un numero equilibrato di presenze Pd (almeno 4) con almeno due elementi nell’esecutivo (assessori/vicesindaco)”.Da qui le considerazioni a firma del vice sindaco Cifrodelli, che afferma: “Oltre tutto fu stabilito che i delegati avrebbero dovuto, <<ad horas>> ricevere risposta, e che, per etica e rispetto, gli stessi non dovessero essere autocandidati. Questa la linea che è prevalsa quindi nella discussione del Direttivo, e per onestà politica e rispetto per gli assenti, nonostante ci fosse il numero legale, non è stata portata al voto. In tal caso, infatti, sarebbe prevalso il voto del no all’accordo stesso.
Nulla di quanto riportato, quindi, nel documento inviato in federazione e sbandierato come <<Accordo fatto>>.
Correttezza avrebbe voluto che la discussione, con decisioni già sancite, fosse quella di riportare unità nel partito e ripartire da una coalizione civica e partitica del Pd e non <<svendersi>> con il simbolo del nostro partito, evitando autocandidature o candidature che arrivano, per accordi interpersonali oppure come imposizioni, da altre coalizioni. Il Pd (una parte del Direttivo) rivendica, con forza, la possibilità di riunire ed unificare il partito, con le professionalità  ed esperienze già presenti nella nostra squadra politica, al fine di realizzare una lista che parta da nome e dalla storia che il nostro partito esprime, coinvolgendo la parte civile, migliore e sana del Paese”.

Redazione
Il Quotidiano del Sud 21.04.2018

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