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#Expo, the final countdown (meno 39 giorni)

expofarinettiBenvenuti alla grande abbuffata dell’Expo, l’evento che dovrebbe cambiare faccia a Milano e innescare la ripresa italiana. Un’avventura che inizia nel 2008, poi tre anni persi a litigare e altri tre anni in cui si cerca di recuperare il tempo perduto e di disinnescare le inchieste che rivelano clamorosi casi di corruzione” dal libro EXCELSIOR – Il Gran Ballo dell’Expo di Gianni Barbacetto e Marco Maroni.
Libri sulla corruzione e sullo sperpero di denaro pubblico ne sono stati scritti molti, e purtroppo ne saranno scritti molti altri in futuro, ma questo libro sull’Expo che dovrebbe partire il primo maggio in uno dei luoghi più desolati dell’hinterland di Milano è probabilmente irraggiungibile per citazioni, indagati, aziende e personaggi con il tovagliolo pronti al magna magna. Non è difficile prevedere che oltre agli arrestati e agli indagati per l’Expo di cui si è perso il conto ci sarà un sequel con altri nomi eccellenti e plotoni di faccendieri nei tribunali o in galera. Il libro cita un numero di persone impressionante, sembra di percorrere i gironi infernali della Divina Commedia di Dante o un elenco telefonico. Nominarli tutti è impossibile, dovendo fare delle scelte iniziamo dall’ex venditore di elettrodomestici (proprietario a suo tempo di (Unieuro) Oscar Farinetti. Farinetti ottiene la gestione del cuore gastronomico dell’Expo sul cibo in due grandi padiglioni chiamati “Italy is Eataly” di 8.000 metri quadri complessivi senza gara.
Dal libro EXCELSIOR: “Expo, l’annuciata manifestazione planetaria della sostenibilità e della cooperazione alimentare, si è trasformata in una grossa sagra postmoderna della gastronomia. Nei suoi due “store” Farinetti progetta di far funzionare 20 ristoranti, uno per regione italiana, che nei sei mesi dell’evento dovrebbero servire 2,2 milioni di pasti, in collaborazione con l’Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo… I ristoranti saranno gestiti a turno , un mese ciascuno, da 120 ristoratori italiani scelti a insindacabile giudizio di Farinetti, un operatore del settore che avrà così nelle mani l’immenso potere di stabilire i sommersi e i salvati, di decidere quali sono le aziende , i marchi e gli chef che devono rappresentare la cucina italiana davanti al mondo. Ai prescelti spetterà il 70% degli incassi, il 5%a Expo, il resto a Farinetti.
Quando il Fatto Quotidiano chiese al presidente dell’Autorità anticorruzione Cantone nel dicembre 2014 precisazioni sull’incarico affidato senza gara a Eataly, questi rispose: “Su questo affidamento non abbiamo potere. E’ avvenuto prima del 24 giugno 2014, giorno in cui è entrata in campo, per decreto del governo, l’Autorità nazionale anticorruzione.”
A una successiva interrogazione di due deputati di Sel in cui si chiedeva al ministro delle Politiche Agricole “se non intendeva intervenire al fine di sospendere l’assegnazione dei due padiglioni e fare indire una gara a evidenza pubblica tenendo in debito conto delle migliaia di microcosmi del cibo che il nostro Paese sa raccontare
Farinetti rispondeAbbiamo ipotizzato investimenti fissi per sette milioni di euro, in più ci è stato imposto di pagare il 5% su tutti gli incassi lordi. Questo rappresenterà un bell’introito per l’Expo.”
Farinetti, un benefattore.
Ps: Le informazioni riportate nel post sono tratte del libro EXCELSIOR di Barbacetto e Maroni.
Al momento si stimano parecchi mesi di ritardo per il completamento dell’area Expo, le più pessimistiche sono di sei mesi, giusto in tempo per chiudere la manifestazione che dura appunto sei mesi.

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