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Caso Aldrovandi, applausi per gli agenti condannati al congresso Sap

Patrizia Moretti“È terrificante, mi si rivolta lo stomaco” commenta Patrizia Moretti, madre del 18enne morto durante un controllo. “Cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? È estremamente pericoloso”. Sel: “Agghiacciante”

Circa cinque minuti di applausi e delegati in piedi alla sessione pomeridiana del Congresso nazionale del Sap, il sindacato autonomo di polizia, per tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del 18enne Federico Aldrovandi durante un controllo il 25 settembre del 2005 a Ferrara: Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani.

Il Sap è stato sempre in prima linea per difendere le divise contro cui secondo il presidente Gianni Tonello ritiene ci sia stato un accanimento. Lo scorso 15 febbraio a Ferrara in piazza erano scesi i genitori di Federico, i parenti di altre vittime delle forze dell’ordine e tanti cittadini per chiedere che gli agenti condannati non indossino più la divisa.

I tre agenti presenti al congresso del Sap, sono stati condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno del 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall’indulto. I supremi giudici motivarono la condanna sottolineando che i poliziotti furono “sproporzionatamente violenti”. Oltre ai tre poliziotti presenti al congresso riminese, nel caso Aldrovandi era coinvolta anche un’altra poliziotta, Monica Segatto. Da gennaio dopo aver trascorso sei mesi in carcere due agenti erano tornati in servizio.

“È terrificante, mi si rivolta lo stomaco” commenta Patrizia Moretti. “Cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? È estremamente pericoloso”.

Il primo commento politico arriva dal coordinatore nazionale di Sinistra ecologia libertà Nicola Fratoianni: ”Gli applausi agli assassini di Federico Aldrovandi sono agghiaccianti e inaccettabili. Chi applaude quegli agenti applaude ad un crimine vergognoso e non è certo degno di vestire una divisa. Non si può accettare che chi è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini possa compiere gesti terribili come quello di oggi”.

di Redazione
Il Fatto Quotidiano 29.04.2014

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