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Ue chiede una multa da 284mila euro al giorno per i rifiuti in Campania

Rifiuti2L’Italia non ha rispettato la sentenza del 2010 che imponeva di adottare “le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente”. Lo scorso anno già tagliati 50 milioni di fondi.

MILANO – Bruxelles chiede 284mila euro al giorno all’Italia per la gestione dei rifiuti di Napoli e della Campania. Una nuova spada di Damocle che penderà sulle casse dello Stato fino a quando l’Italia non eseguirà la sentenza del 4 marzo 2010 che chiedeva di adottare “tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente”. Se la richiesta fosse stata retroattiva il conto sarebbe salito a 420 milioni di euro complessivi, ma la Commissione Ue ha preferito procedere per gradi. Prima la censura, poi il taglio dei fondi e infine la multa da quando passerà in giudicato la nuova sentenza avviata oggi.

I fatti si riferiscono al 2007, dopo l’entrata in vigore della direttiva europea del 2006 in base alla quale gli Stati membri dell’Unione avevano l’obbligo di creare una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento. Un impegno mai rispettato dall’Italia per quanto riguarda la Campania, definita dalla Commissione Ue non autosufficiente. Di certo a Bruxelles non interessa che l’Italia abbia organizzato la raccolta su base regionale: Roma avrebbe dovuto vigilare sulla costruzione delle infrastrutture.

La prima sentenza che di fatto censurava l’Italia risale al 2010, ma è caduta nel vuoto. Così come la decisione dello scorso anno della Commissione di non versare più i contributi per le gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Una sorta di avvertimento – costato circa 50 milioni di euro alle casse dello Stato – caduto ancora una volta nel vuoto.

Adesso Bruxelles ha deciso di alzare la voce. Senza alcun segnale di miglioramento e con l’esplosione dell’emergenza nell’area tra le province di Caserta e Napoli dove l’inquinamento, i roghi dei rifiuti e le morti collegate stanno dando vita a una vasta e profonda protesta popolare, l’Unione europea chiede al tribunale di intervenire di nuovo, ma questa volta l’Ue ha intenzione di calcare la mano.

“L’Italia – si legge nella denuncia depositata – non ha adottato tutte le misure necessarie ad eseguire la sentenza del 4 marzo 2010” per questo la Commissione chiede alla Corte Ue di ordinare il versamento di una penalità “giornaliera pari a 284mila euro dal giorno in cui sarà pronunciata la sentenza nella presente causa fino al giorno in cui sarà stata eseguita la sentenza originaria”, quindi quella del marzo 2010.


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