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Governo d’azzardo: la bozza segreta che favorisce ancora le lobby

noslotGioco d’azzardo, il Movimento 5 Stelle, dopo lo scoop dello scorso febbraiosmaschera ancora il governo rendendo nota l’ultima bozza datata 8 giugno relativa alla “delega fiscale” del settore.

Il M5S ha deciso di renderla pubblica e smascherare così il bluff del Governo. La trovate qui :Delega giochi_articolato_8_6_2015_.pdf

Le bozze di questa delega fiscale vengono primariamente sottoposte al parere delle lobby; gli ultimi a sapere cosa sta accadendo sono invece i cittadini e gli stessi parlamentari eletti dai cittadini.

Tra le tante vergogne contenute nelle prime bozze scoperte a febbraio, due soprattutto dovevano essere corrette: si doveva vietare la pubblicità e ridare ai Sindaci e Regioni il potere di difendere i cittadini dall’invasione dell’azzardo.

Da quello che emerge dai documenti in circolazione nulla di tutto questo sta accadendo e le associazioni anti-azzardo sono giustamente sul piede di guerra.

Vediamo cosa ad oggi contiene il documento che il sottosegretario Baretta sta predisponendo

NORMA “SALVA SISAL”. Iniziamo dal primo scandalo. All’ articolo 75 comma c’è una norma “salva SISAL” che il Movimento 5 Stelle con Giovanni Endrizzi denunciò a dicembre 2014 durante la discussione della legge finanziaria. Ora la norma ad hoc per la Sisal diventa strutturale.

PUBBLICITA’

Nel testo in dirittura di arrivo, la pubblicità su canali sportivi non viene scalfita, quando sappiamo che le gare sportive sono molto seguite dai giovanissimi e le scommesse sportive sono il settore in maggiore crescita e in cima alle preferenze dei minorenni .

La pubblicità è tra i principali fattori che avvicinano i minoreni al gioco. Malgrado sia vietato, oltre la metà dei ragazzi ha giocato d’azzardo nell’ultimo anno, l’11% può essere valutato giocatore d’azzardo problematico. E’ dimostrato che quanto prima ci si avvicina a queste pratiche, tanto più aumenta il rischio di sviluppare dipendenza patologica, mediamente in forme più gravi e più difficili da guarire.

La pubblicità sta traviando la nostra cultura, indebolendo una intera generazione ancora minorenne, indotta ad attendere la sorte anziché “scommettere” su se stessi, nell’impegno di studio, sociale, imprenditoriale, lavorativo, culturale.

La pubblicità è anche un potente inquinante della libertà di stampa; come ben spiega il generale Rapetto, investimenti pubblicitari massicci consentono alle lobby un potere di condizionamento delle testate giornalistiche fino alle reti “pubbliche” (si fa per dire) della RAI.

Prova ne sia l’ostruzionismo posto dai vertici RAI e dal governo al nuovo Contratto di Servizio preparato dalla Commisione presieduta da Roberto Fico (M5S), tenuto fermo da un anno e che prevede a messa al bando totale della pubblicità dell’azzardo dalle reti pubbliche.

Prova ne siano le bugie del sottosegretari Baretta, che a parole si dichiara favorevole al divieto totale di pubblicità, scaricando la colpa sule direttive europee che ci impedirebbero di limitare la pubblicità. E’ falso. La Germania lo ha fatto e la Corte di Giustizia Europea ha già sancito che questo divieto è legittimo, perché la legge spiega bene i valori che vengono tutelati.

Piuttosto dovrebbe il sottosegretario Baretta spiegare perché lui finge di non saperlo.

STOP A NORME VIRTUOSE DI REGIONI E COMUNI-

Il peso della tutela della salute e della prevenzione ricade così sulle Regioni e sui Sindaci, che ne sono i primi tutori e in questi anni si sono battuti da soli con leggi, ordinanze e delibere. Il governo del Pd con questo decreto legislativo siappresta a stracciare quei provvedimenti di cui molto spesso lo stesso partito, a livello locale si è fregiato ampiamente. Nulla al momento è cambiato rispetto a febbraio.

IL TRUCCO VLT

Quarto punto . La sostituzione delle AWP con macchinette mangiasoldi di tipo VLT è una torta da un miliardo di euro prevedibile appannaggio di due sole società estere. Il Sottosegretario Baretta si chiama fuori: non è colpa sua se quelle società sono avanti; alle imprese italiane ha detto di darsi da fare. Ma sulla certificazione dei software della rete che gestisce in remoto VLT simili i dubbi sono tutt’altro che fugati. E un sinistro pericolo avanza: come saranno collegate le macchinette nelle tante zone dove non arriva l’ADSL?

In quanto tempo i concessionari potranno realizzare questo nuovo collegamento?

Che garanzie abbamo che non si ripeta quanto abbiamo visto con l’introduzione delle SLOT che a decine di migliaia incassavano pe anni senza essere collegate al fisco? La sospetta superficialità con cui governo e Monopoli di Stato gestirono quella fase e la riduzione delle penali da 98 miliardi a 2,5 e la solerzia con cui sono stati ulteriormente condonati dal governo Letta.

Rimane la rendita implicita garantita ai concessionari, che incassano oltre 200 milioni di euro l’anno per una funzione che lo Stato potrebbe svolgere direttamente; e che con questa delega diventano assi pigliatutto, concessione, gestione della rete, proprietari dei software, produzione di macchinette, distribuzione, gestione delle saleda gioco,
insomma lungo tutta la filiera.

POTERE AUTIRIZZATIVO DAI QUESTORI…AI MONOPOLI!

Quinto punto. Ai Questori viene sottratto il potere autorizzativo che esercitano a contatto con i cittadini in collaborazione con i sindaci attivi sul territorio. A Padova ad esempio, era stato definito un perimetro nella città dove non si riteneva opportuno aumentare la presenza di punti gioco. Ed era stata negata l’autorizzazione ad una enorme sala, vicino alla stazione ferroviaria. Ora il questore verrebbe esautorato.

Il potere passa all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Avete letto bene. Quellache non vigilò sul collegamento delle macchinette mangiasoldi alla rete telematica e i famosi 98 miliardi di euro non pagati.

Vennero condannati due dirigenti, Tino e Tagliaferri. Condannati dalla legge, ma protetti dal sistema: l’uno, addirittura confermato al suo posto, l’altro assegnato ad Equitalia Veneto.

NESSUN REFERENDUM ANTI-AZZARDO

Sa bene il sottosegretario Baretta che gli Italiani sono scandalizzati dall’invasione dell’azzardo. E un referendum popolare avrebbe un esito scontato. Ma la nostra Costituzione non consente referendum in materia di tasse. Non a caso questa riforma viene inserita in una “delega fiscale”: la blindano contro il volere dei cittadini. Un altro trucco…d’azzardo.

Scritto da M5S Senato News

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