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Fiume Sele, agonia senza fine

Gambacorta: stop agli sprechi
Presentato lo studio “Morica” che indica il deflusso minimo per tutelare il corso d’acqua.

Quella che era una ricchezza per intere zone dell’Irpinia e non solo, ora è a secco o al limite. Il fiume Sele vive da tempo una situazione difficile, come d’altronde gli altri corsi fluviali della nostra Provincia. Colpa della carenza di precipitazioni meteorologiche che ha provocato una serie di conseguenze negative nell’intero habitat di alcune aree. A questo problema è dedicato lo studio Morica, svolto dall’Autorità di bacino interregionale del fiume Sele. Morica, durato diversi anni, ha individuato i valori di deflusso minimo per la tutela degli organismi viventi nel bacino del Sele. Lo studio è stato effettuato nelle acque che attraversano il centro abitato di Caposele, Campagna e Calabritto. L’obiettivo è stato quello di comprendere e definire i criteri minimi per la tutela degli organismi viventi dunque, ma anche dello stato del Sele, del paesaggio e della tutela delle attività economiche basate sul fiume stesso. Ieri mattina l’assessore provinciale all’Ambiente Domenico Gambacorta ha voluto presentare lo studio agli enti coinvolti, prima che esso diventi operativo. Alla riunione, convocata alla Caserma Litto, hanno partecipato i sindaci Farina, Centanni e Vecchia, rispettivamente di Caposele, Calabritto e Cassano, il presidente della Comunità montana Cervialto Marino, Romano dell’ente Parco Picentini e il presidente dell’Ato Colucci. <<Il punto – spiega Gambacorta – è che la carenza delle piogge durante l’estate ha portato una serie di conseguenze negative di cui risente molto l’agricoltura che dal fiume Sele ricava l’acqua per irrigare i campi e non solo, e poi l’ambiente circostante colpito dalla desertificazione e gli organismi presenti nei corsi d’acqua che rischiano di morire. Il limite è fissato, a seconda dei casi da un 40 a un 60 per cento dell’area disponibile ponderata massima. Lo studio della Autorità di bacino presenta una serie di osservazioni tecnico scientifiche che ci consentono di avere un quadro chiaro della situazione e di adottare possibili provvedimenti>>. Per esempio quello di non attingere al fiume per i pozzi o per utilizzare l’acqua in modo privato e improprio. <<Bisogna evitare questi sprechi – continua l’assessore – L’acqua del Sele in quella zona serve l’acquedotto pugliese. Non vogliamo togliere e non possiamo togliere l’acqua alla Puglia ma di certo non possiamo più consentire che grandi quantità vengano sprecate per condutture e reti idriche che continuano ad avere perdite continue>>. I sindaci e gli enti competenti presenteranno osservazioni all’Autorità di bacino interregionale del fiume Sele. Alla riunione era presente il segretario generale Stefano Sorvino. <<Prima che il piano diventi operativo era giusto coinvolgere tutte le istituzioni impegnate, anche per dare alla Regione Campania un segno di partecipazione territoriale concreta. I sindaci – conclude Gambacorta – hanno intenzione di richiedere anche un innalzamento dei valori minimi,, proprio perché la situazione è molto complessa. Occorre evitare che le decisioni continuino ad essere calate dall’alto>>.

t.f.
il mattino

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