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Di Maio: i traditori saranno puniti È giusto per Roma e per il Movimento

Luigi Di MaioSaranno portati in tribunale i candidati Cinquestelle per il Campidoglio che dovessero violare il vincolo di mandato e disattendere agli accordi presi firmando la candidatura.

«Ma…è semplice! Se non pagano la sanzione li portiamo direttamente in tribunale». Non tentenna neanche un attimo, non ci pensa un secondo di più Luigi Di Maio. Per il vicepresidente della Camera la «multa» da 150mila euro pensata da Gianroberto Casaleggio nel suo decalogo, la «punizione» per gli amministratori comunali a Roma che dovessero tradire il Movimento5Stelle è assolutamente valida e «da applicare». Il commento del più importante rappresentante istituzionale di M5S arriva, a margine dell’incontro, nella sala consiliare del Comune di Civitavecchia dove ieri si è recato con altri deputati grillini, per sostenere la giunta pentastellata nell’«attività di risanamento». Una tappa del giro parlamentare dei cinquestelle, «Tour dei Comuni».

Non trova troppo pesante la «multa», prevista da Casaleggio?
«I nostri deputati europei hanno firmato per 200mila e non è mai stata esercitata. Nel nostro regolamento interno già esiste».

 Allora è solo un deterrente?

«È anche un deterrente, ma gli Europei sono stati bravissimi, non è stato necessario applicarla».

Ma dal punto di vista normativo che tipo di sanzione è?
«Rientra nella categoria degli “atti pattizi”, un patto tra privati».

Qualcuno potrebbe sfuggire, non pagare. Che farete?
«Chi si candida a Roma con noi firmerà questo atto, si impegna legalmente sottoscrivendolo, se disattende, come ho già detto, lo portiamo in tribunale. Quando si cambia casacca non si danneggia il movimento, ma soprattutto gli elettori».

Lei quindi concorda completamente con il decalogo per i candidati al Campidoglio? movimento_roma
«Non mi occupo di Roma. Ma devo dire che vista la situazione romana è assolutamente necessario».

Perché è necessario?
«Bisogna rispettare il vincolo di mandato, non ne possiamo più di questi eletti da noi che poi passano al Pd. Ora basta».

Quindi è necessario soprattutto per la vita del Movimento? Non per Roma…
«Guardi che le cose coincidono, per esempio qui a Civitavecchia il sindaco sta attuando un’importante opera di risanamento economico. I nostri amministratori fedeli al Movimento incidono positivamente nell’azione amministrativa. Ovvero nella vita dei cittadini».

Sta dicendo che il rispetto vincolo di mandato garantisce la qualità di sindaco, consiglieri comunali ed assessori?
«Per me il vincolo di mandato è inviolabile, è un patto che si fa con gli elettori, chi lo tradisce deve essere punito. In Portogallo se ti fai eleggere con i gialli e poi passi ai verdi torni a casa. È legittimo cambiare idea, ma a quel punto ti rimetti in gioco, ti fai rieleggere».

Va bene. Ma le ho chiesto se garantisce la qualità…
«Nel caso dei Cinquestelle la garantisce, nel caso del Pd non direi proprio, come abbiamo visto a Roma».

Sembra ossessionato dal Pd…
«Ma come si può chiedere ai cittadini di rispettare gli accordi, di pagare affitti delle case comunali regolarmente se la sede del Partito storica in centro, in via dei Giubbonari, è morosa per 170mila euro».

Avete individuato il vostro candidato sindaco?
«Stiamo esaminando oltre duecento curriculum, entro una decina di giorni avremo il nome».

E se Roma avrà un sindaco Cinquestelle anche lui sarà sottoposto al decalogo Casaleggio e alle sanzioni?
«Assolutamente si. Roma come tutto il sistema Paese ha subito trent’anni di saccheggi da parte di tutti i partiti che l’hanno governata»

di M.R. Spadaccino
roma.corriere.it/