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Circo Massimo, chiusura della tre giorni con Di Battista, Di Maio e Grillo sul palco

#italia5stelle2I due deputati hanno chiesto al popolo pentastellato di sostenere la causa del Movimento con “atti di disobbedienza civile” e il vicepresidente della Camera ha smentito la possibilità di diventare il leader del M5S: “Queste cose cercatele alla Festa dell’Unità”, ha dichiarato. Il fondatore 5 Stelle: “Martedì andremo a Genova a spalare con tutti i nostri parlamentari che mi hanno già detto di sì”.

“Martedì andremo là a spalare, anche perché i nostri parlamentari sono abituati a spalare merda in Parlamento. Domani non si può perché hanno dato Allerta 2, vuol dire che non è più il caso”. Beppe Grillo ha deciso di chiudere la tre giorni al Circo Massimo con un pensiero per la sua città, Genova, che in questi giorni sta lottando contro l’acqua e il fango che l’hanno sommersa nella notte tra giovedì e venerdì. Una promessa al capoluogo ligure ma anche un’avvertimento alle giunte di centrosinistra che hanno governato negli ultimi anni e che, a suo dire, sono i primi colpevoli di questa tragedia. Prima dell’intervento di Grillo sono saliti sul palco anche Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Il deputato romano ha esordito invitando i cittadini italiani a indignarsi per le scelte del governo e a portare avanti “atti di disobbedienza civile”. Anche il vicepresidente della Camera ha parlato alla folla smentendo subito le voci che lo vogliono come nuovo leader del Movimento: “Oggi tutti i giornali si sono inventati questa storia della leadership e dell’incoronazione: andate alla Festa dell’Unità, se volete queste cose”.

Di Battista è partito subito forte e nel suo breve intervento ha chiesto la partecipazione dei cittadini al grido di “onestà, onestà”. “Per salvare l’Europa non possiamo morire noi italiani – ha esordito – Il 44% che non ha votato alle europee noi dobbiamo andare a prenderlo davanti alle scuole, le fabbriche e non nei talk show. Ci vogliono atti significativi, di disobbedienza civile”. Come quando, più di un anno fa, i 5 stelle occuparono il tetto di Montecitorio per manifestare contro il tentativo di “deturpamento” della Costituzione.

Sale poi sul palco Di Maio che saluta i sostenitori presenti al Circo Massimo. Il vicepresidente della Camera attacca subito le spese del governo per gli armamenti: “Questo governo investe 43 miliardi in armamenti – dice – e solo due nella sicurezza del territorio”, riferendosi all’ultima tragedia di Genova, “noi non avremmo mai investito in armamenti”. Poi un pensiero per gli operai delle aziende italiane che rischiano il licenziamento: ”Salutate gli operai della Ast di Terni, che stanno perdendo il lavoro. Renzi e Guidi vi hanno abbandonato ma noi siamo con voi. Sono andati lì e hanno pregato i tedeschi di Thyssen di rimanere, noi invece gli avremmo detto ‘andatevene pure, tanto entriamo noi con il Fondo strategico nazionale e salviamo la fabbrica”. Prima di chiudere il suo intervento, Di Maio ha voluto zittire le voci che lo vedono come futuro leader del Movimento 5 Stelle, dopo un passaggio di consegne con Grillo e Casaleggio che sarebbe già iniziato: “Oggi ho letto sui giornali questa storia della leadership, della mia incoronazione. Sono false notizie. Se cercano queste cose qui vadano alla Festa dell’Unità, tutti lì cambiano le maschere ma le facce sono sempre le stesse. Vadano lì se vogliono e cercano un leader”. Il vicepresidente della Camera ha quindi seguito la linea di Beppe Grillo che, durante tutta la tre giorni, ha più volte ripetuto che il M5S “ha una base senza leader, a differenza del Pd che ha un leader senza base”.

Quando è salito sul palco, però, il comico genovese ha aperto alla possibilità di un passo indietro suo e di Casaleggio, in favore di giovani emergenti come Di Maio e Di Battista. ”Ragazzi, non ho più nulla da dire perchè hanno detto tutto loro. Di Maio è un ragazzo, ora bravissimo. E anche Di Battista. So già che fine faremo io e Casaleggio: entro un anno ci metteranno a fare gli europarlamentari accanto a Mastella che mi dirà: ‘anche lei qua?’ Che vuol fare, è la politica”. Un attacco riservato anche ai talk show: “E’ venuto Mentana qui – ha aggiunto -, era molto preoccupato, mi ha detto ‘noi abbiamo bisogno di un’interfaccia del Movimento’. Mentana non hai capito un cazzo, tu sei abituato a parlare con Renzi, sei abituato a parlare con partiti che sono vertici, ma noi siamo un movimento”. Poi Grillo ha concluso annunciando la sua presenza e quella dei parlamentari a Genova: “Martedì andremo là a spalare, anche perché i nostri parlamentari sono abituati a spalare merda in Parlamento. Domani non si può perché hanno dato Allerta 2, vuol dire che non è più il caso”.

di Martina Castigliani
Il Fatto Quotidiano 12.10.2014

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