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Odissea petrolio: “Rischio trivelle ad Ariano”

Carlo Sibilia2Sibilia (5S) chiede un incontro al Ministro: ancora in piedi il progetto <<Case Capozzi>>

Tra una protesta e l’altra il fantasma delle trivellazioni petrolifere in Irpinia torna ad aleggiare sempre più imperioso, con due progetti sempre più in rampa di lancio negli uffici del Ministero dello Sviluppo.
Se da un lato, infatti, si parla a più riprese del permesso di ricerca <<Nusco>>, su cui Roma dovrà pronunciarsi al posto della Regione in seguito al passaggio di competenze decretato dallo Sblocca Italia, dall’altro a preoccupare politici e comitati locali è il secondo progetto che riguarda il territorio irpino, quel <<Case Capozzi>> che, se liberato dal Ministero, potrebbe far insediare nuove trivelle ad Ariano e dintorni. A lanciare l’allarme è il deputato del Movimento 5 Stelle, Carlo Sibilia, che ieri ha espresso <<forte preoccupazione rispetto alla notizia secondo la quale il Ministero dello Sviluppo economico qualche giorno fa avrebbe riaperto la procedura per il rilascio Petrolio3dell’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi da parte della Delta Energy nelle province di Benevento e Avellino>>. Un timore per cui Sibilia, <<in qualità di deputato eletto nella circoscrizione Campania 2 e, dunque, rappresentante del territorio e portavoce dei cittadini, ha subito chiesto al Ministro Federica Guidi di fissare un incontro al quale partecipare con una ristretta delegazione>>.
La notizia di cui parla Sibilia è fondata al cento per cento. Sul sito del Ministero, infatti, l’istanza per il permesso di ricerca <<Case Capozzi>> è contrassegnato con il pallino verde, che indica la <<fase decisoria del decreto Via alla conferenza dei servizi e l’emanazione del decreto di riferimento>>. In soldoni, dopo un primo preavviso di rigetto dell’istanza, risalente al 2013, la richiesta di trivellazioni è stata integrata e riproposta, tanto che  in corso una nuova istruttoria che potrebbe dare, o meno, il via libera alle ricerche.
In caso di assenso, il progetto coinvolgerebbe un’area di 423 chilometri quadrati, di cui 161 avellinesi, corrispondenti al territorio dei Comuni di Ariano, Casalbore, Montecalvo e Melito. Il resto si estenderebbe nel Sannio.
Ovviamente tutto è ancora da decidere, ma Sibilia preferisce muoversi in anticipo: <<La cittadinanza sannita e irpina è giustamente preoccupata per le conseguenze che il progetto <<Case Capozzi>> potrebbe avere sul piano della salute umana, dell’ambiente e dell’economia locale a forte vocazione agricola e vitivinicola – dichiara il parlamentare 5 _DSC2123Stelle – quindi, riteniamo quanto mai opportuno avviare un confronto costruttivo che tenga conto delle istanze provenienti dalla società civile nell’ottica del bene comune. Mi auguro che il Ministro Guidi si renda disponibile il più presto possibile ad un incontro al fine di prospettarle la nostra ferma, netta contrarietà ad operazioni di questo genere che non solo deturpano l’ambiente e pongono a repentaglio la salute dei cittadini ma mettono in ginocchio territori vocati alla produzione agricola e al turismo ecosostenibile>>.
Allo stesso modo, resta alta la guardia sul progetto <<Nusco>>, che se autorizzato definitivamente (il conferimento risale al 2010, poi ci fu lo stop) prevederebbe l’installazione di un pozzo (<<Gesualdo1>>) in un’area molto vicina a coltivazioni e risorse termali.
Per quanto riguarda questa concessione, la Regione si sarebbe dovuta pronunciare entro lo scorso 4 aprile, termine ultimo del periodo di sospensione iniziato ad ottobre 2013. Allo stato, la palla è tornata del tutto al governo centrale, che osa sarà chiamato a fare una volta per tutte chiarezza sul destino di quella parte d’Irpinia tinta (forse) del nero petrolio.

Livio Coppola
Il Mattino di Avellino 14.04.2015

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