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“Non andranno mai al voto: Renzi bluffa, sarà la loro tomba”

Luigi Di maio1Renzi minaccia regolarmente il voto ma è solo un bluff. Dentro il Parlamento vogliono arrivare tutti fino al 2018, tranne noi del M5s. Ci rimarranno tenendosi per mano, ma continueranno a fare danni: e sarà la loro tomba”. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del Direttorio dei Cinque Stelle, non crede a elezioni politiche a breve. Come non crede ai ripetuti appelli di Matteo Salvini al Movimento per un’opposizione comune a Renzi: “Non valgono neanche una risposta”.

Eppure il leader della Lega Nord insiste.

Salvini cerca di somigliarci, ma invece di lanciare appelli dovrebbe farla finita con i vitalizi e i rimborsi per milioni che prende ogni anno anche la Lega. La verità è che non ha nessuna credibilità: mi sono rotto le scatole di questi personaggi che la mattina fanno i Robin Hood e la sera rubano i nostri soldi.

Nel suo persistere c’entrano anche i sondaggi? Affermano che l’elettorato della Lega, in caso di M5s al ballottaggio, vi voterebbe quasi in blocco.

I sondaggi lasciano il tempo che trovano. Credo però la maggior parte degli elettori di altri partiti ci riconosca di essere gente onesta, che non è nemica del popolo. E che molti abbiano la curiosità di provare un governo a 5Stelle.

Si parla moltissimo di immigrazione: avete le stesse idee del Carroccio sul tema?salvini

No, loro fanno parte del sistema che non vuole risolvere questo fenomeno, ma anzi lo alimenta, perché lo sfrutta. La posizione del Movimento è semplice: i profughi vanno distinti dai clandestini, che devono tornare nei loro Paesi. Mi dispiace dirlo, ma non possiamo permetterci di tenere tutti.

Cosa andrebbe fatto?

Bisogna lavorare a monte, innanzitutto smettendola di alimentare guerre, con l’e s p o rtazioni di armi.

Ovvero?

Finmeccanica è il primo esportatore di armi verso la Siria. Prima fanno affari con i conflitti, alimentando gli esodi: poi li fanno con l’i m m i g r azione. Più immigrati arrivano, più le cooperative, magari nate il giorno prima, racimolano denaro.

Però sul punto non avere tutti la stessa opinione. Giorni fa il consigliere a Torino Vittorio Bertola ha scritto sul blog di Grillo, e il senatore Maurizio Buccarella lo ha contestato: “Non conosce a fondo la materia, la posizione del M5S in tema di immigrazione è qui linkata”. Ma il blog lo ha ripreso: “R i co rd i amo a Buccarella che nel Movimento non esistono gerarchie”.

Nel M5s c’è sempre stata dialettica interna. Per fortuna da diversi mesi ormai parliamo solo di temi e non di problemi interni.

Ma sul caso specifico?

Non ci sono entrato e non intendo entrarci.

Beppe GrilloIn Onda, su La7, Grillo si è detto deluso da Sergio Mattarella: “Mi sarei aspettato che almeno battesse il pugno sul tavolo”.

Crediamo che Mattarella dovesse prendere certe scelte, come non firmare la legge elettorale o quella sulla scuola. La critica ai suoi atti è legittima. Certo, non chiediamo le sue dimissioni come facemmo con Napolitano.

Renzi sembra in un momento difficile: il voto è vicino?

Se vogliamo intuire il destino di Renzi basta vedere i casi di Ignazio Marino e Rosario Crocetta. Il primo è stato appena commissariato, ma il Comune non è stato sciolto, pur di evitare le urne. Mentre il governatore siciliano ha finto di abolire le province per poi ripristinarle di fatto con le aree vaste. Ed è ancora lì. Tradotto, il presidente del Consiglio trova sempre il modo di uscire dai guai per schivare il voto. E varrà anche per il governo.

Se si andasse a elezioni vincereste voi?

Lo decideranno i cittadini. Dipendesse da loro, si voterebbe domani. Quel che è certo che gli altri partiti temono la democrazia. Ma sarà questo ad ammazzarli politicamente.

Pochi giorni fa Grillo ha mandato un testo al Fatto, in cui di fatto nega che il Movimento sia populista. Eppure prima l’aveva sempre rivendicato: “Sono un populista”. Qual è la definizione giusta? Ci definivano così perché volevamo abolire i rimborsi elettorali. Poi Renzi e Letta li hanno aboliti, peraltro solo in parte, e non ci hanno più chiamato populisti. Ma la gente sa giudicare: ha visto che con 300mila euro dei nostri stipendi abbiamo ricostruito una strada in Sicilia.

Quindi…

La penso come Beppe: oggi il populista è chi cerca di accattivarsi il consenso con il voto di scambio.

Un altro vostro tema forte è il reddito di cittadinanza. Nei giorni scorsi il viceministro all’Economia Morando ha aperto a un reddito di minimo per le famiglie povere, attorno ai due miliardi all’anno.

Morando propone una misura assistenzialista, una manovra per i più poveri. Bisogna lavorare sulla proposta del M5S da 17 miliardi, che prevede 780 euro a persona.

Sono tanti soldi.

Le coperture si trovano tagliando le pensioni d’oro e tassando il gioco d’azzardo e gli utili dei concessionari autostradali. Diverse regioni, governate dal Pd, hanno già istituito il reddito di cittadinanza. Eppure Renzi lo definiva incostituzionale.

di Luca De Carolis 
Il Fatto Quotidiano 30.08.2015

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