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Il delirio delle parole del Presidente del Consiglio

elezioniLe parole pronunciate dal Presidente del Consiglio sul voto espresso dal suo PD che ha negato l’arresto di Azzollini sono di una gravità istituzionale senza precedenti. Affermare, infatti, che “non siamo passacarte delle Procure e dei PM” e di “non essere al bar dello sport” evidenza una distorta visione del ruolo e delle competenze istituzionali.

E’ come se un semplice Segretario di Partito, nominato d’ufficio come Presidente del Consiglio e senza neanche essere stato eletto, si sentisse legittimato ad ingerire così pesantemente in sfere di competenze non proprie,attaccando e denigrando la Magistratura, annullando il ruolo della Giunta per le immunità del Senato e sminuendo la funzione del Senato stesso.

Un pesante attacco agli equilibri democratici e all’autonomia ed indipendenza degli organi costituzionali, finalizzati a giustificare l’ingiustificabile, ovvero: il voto contrario dei senatori del suo PD alla richiesta di arresto di un personaggio che sia per la Procura di Trani, sia per il Tribunale del riesame di Bari e sia per la Giunta per l’immunità parlamentare andava immediatamente arrestato per i reati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e danno a carico dello Stato di oltre 500 milioni di euro.

Giudizio frutto di una scrupolosa attività di indagine, attraverso l’acquisizione e la valutazione delle prove da parte di tanti uomini al servizio dello Stato, che in un attimo sono stati pubblicamente derisi dalle scellerate parole del Presidente del Consiglio.Tra i quali tutti coloro dello stesso PD che solo qualche giorno fa avevano votato definitivamente (nella Giunta per l’immunità al Senato) a favore della concessione dell’arresto per Azzolini.

Il Presidente del Consiglio, dunque, anziché limitarsi solo ed esclusivamente all’esecuzione di politiche tese a risolvere i drammatici problemi economici e sociali del nostro Paese, per le quali non v’e’ traccia, come richiederebbe il suo incarico, sconfina in campi non di sua competenza mettendosi quasi dalla parte di “corrotti e indagati” e criticando, invece, “giudici, magistrati e organi istituzionali”. Rischiando di ledere, dunque, anche la credibilità di questi organi (autonomi e indipendenti) verso l’opinione pubblica.

Questo è il disegno che lo rappresenta sempre più come un uomo solo al potere e disposto a non ascoltare. Deciso, irresponsabilmente, a smantellare la Costituzione e a restare inerte davanti al fenomeno della corruzione.

Tutto questo, mentre il Paese è appeso a un filo.

Scritto da M5S Senato News

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