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Appennino, un patrimonio da ricostruire

Il terremoto con la neve. La sedia rotta su cui stanno seduti i Paesi. Ci sono giorni in cui non ha senso pensare agli affari propri. Ci sono giorni in cui bisogna avere il cuore degli altri, il cuore tuo da solo non serve a niente. Devi stare dentro il batticuore di tutti. E invece ora siamo in questo gioco in cui ognunoRisultati immagini per amatrice neve si espone al mondo col suo corpo, con un pensiero, col suo niente, e in questo modo facciamo amicizia con il nulla invece di avversarlo, invece di piangere per chi trema.
ADESSO C’E’ chi ha paura di arrivare al sonno, c’è chi ha freddo. Pensate a chi in quelle terre è malato, pensate ai vecchi, pensate all’osso rotto, allo stomaco che non digerisce, pensate al tumore alla gola, pensate al lutto, pensate ai brutti, pensate a chi non si è mai trovato in un abbraccio. Oggi abbiamo fallito di nuovo come umanità, oggi abbiamo allestito una nuova Caporetto, una al giorno, una disfatta continua che disfa legami, simpatie. Ogni giorno che siamo senza dolore dovremmo gettarci con forza a salvare il mondo, salvarlo ora con gentilezza, ora con rabbia, ora in silenzio, ora gridando. Viva la foga, la furia, la forza di dimenticarsi. Oggi era un giorno per dimenticarci. Contava solo la neve e il terremoto. Sono stato tre volte ad Amatrice e lì di Stato ne ho visto anche troppo. Non so bene cosa stanno facendo, ma ci sono.
Quello che manca è proprio una sorta di rispetto antropologico per chi è rimasto sull’Appennino. I servizi di cittadinanza sono stati tagliati senza grandi opposizioni: né al centro, né in periferia. Hanno chiuso l’ospedale del mio paese e poi scopri che a Nola stendono i malati per terra.
Sono anni che cerco di costruire un movimento per l’Appennino, abbiamo aperto la casa della paesologia, ma per avere 24 euro per l’iscrizione sembra che devi chiedere l’elemosina. Passerà la neve, passeranno le scosse e tutto tornerà come prima. Il governo deve cambiare passo. E ci vogliono segnali clamorosi, anche di tipo mediatico. Quest’anno il Festival di Sanremo si potrebbe fare a Risultati immagini per accumuli neveL’Aquila. Per i cantanti non cambierebbe niente, ma sarebbe un segnale di un’Italia che cambia sguardo. E il governo potrebbe fare la prossima riunione del Consiglio dei ministri in un paese della Calabria, a San Luca, per esempio. Si sono raccolti tanti soldi, ma poi si dimentica che il governo e le Regioni hanno un progetto che si chiama Strategia Nazionale delle Aree Interne: bisogna dare un impulso a questa strategia di cui non sa niente nessuno.
Bisogna coinvolgere le popolazioni dell ‘Appennino su cosa fare per restare lì. Non ci vuole chi gli va a montare le catene, possono farlo benissimo da soli. Ci vuole che l’Italia si ricordi che è un Paese di paesi e di montagne. Dove d’inverno può arrivare tanta neve e dove la terra può tremare ogni giorno. In ultimo bisogna ricordare che le valanghe sono molto più veloci delle nostre manfrine burocratiche, fanno in una notte quello che non riusciamo a fare in tanti anni.
CI VUOLE un cantiere per l’Appennino, bisogna dire a tutti i giovani che ci sono che avranno lì lavoro per almeno dieci anni, perché l’Italia e il mondo devono salvare l’Appennino, perché è una terra sacra, è una terra che una un patrimonio naturalistico e culturale unico al mondo. Il governo è caduto il 4 dicembre. E’ stato nominato un ministro per la Coesione territoriale ma non sono state ancora assegnate le deleghe, praticamente non ci sono soldi da spendere perché non si capisce chi deve tenere il portafoglio in mano.
E’ iniziato il quarto anno della programmazione europea e abbiamo speso il tre per cento dei soldi disponibili. Vi pare possibile? L’Appennino trema e frana, i giovani potrebbero essere messi al lavoro subito in un grande cantiere Appennino.
E s non abbiamo i soldi ricordiamoci che c’è un mondo intero che potrebbe essere interessato all’Appennino, ma prima di chiedere aiuto agli altri, dobbiamo aiutarci sa doli.

Franco Arminio
Il Fatto Quotidiano 20.01.2017

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